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Relazione del Presidente Alberto Ricci all'assemblea di Confindustria Livorno del 15 luglio 2013

 

Autorità, Signori Ospiti, Colleghi Imprenditori,

Vi ringrazio per essere intervenuti alla nostra Assemblea Generale.

Permettetemi, anzitutto, un ringraziamento al nostro Presidente dottor Giorgio Squinzi, per aver voluto essere con noi oggi.

Un ringraziamento particolare all'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone per averci ospitato nella prestigiosa sede dell'Accademia Navale, esempio di eccellenza della Marina Militare Italiana, oltre che simbolo di identità territoriale e del profondo legame con  Livorno e con il mare.

Devo invece scusare l’assenza del collega Paolo Buzzetti ,Presidente Nazionale dell’ANCE, che non sarà presente in quanto trattenuto a Roma per sopraggiunti impegni istituzionali di Confindustria.

    L'Assemblea odierna coincide con il mio primo anno di mandato, ma non vorrei attardarmi in consuntivi o analisi sulla crisi: tutti i giorni, da mesi, siamo bombardati da analisti, sondaggisti e statistiche varie.

    Non credo, quindi, che abbiamo bisogno di deprimerci ulteriormente; credo invece che sia utile sfruttare l'incontro annuale delle nostre aziende con le Autorità e gli ospiti nazionali per passare in rapida rassegna quelli che, nonostante tutto, restano i nostri "fondamentali", dai quali ripartire per creare i presupposti del rilancio economico che aspettiamo da tempo.

    Vorrei dire “andiamo oltre”! Scrollandoci finalmente di dosso l'atteggiamento apatico di rassegnazione mista a fatalismo che troppo spesso si percepisce.

A questo proposito,  non sono certamente un buon "collante", le periodiche uscite stampa sulla presunta scarsa imprenditorialità, che ogni tanto riecheggiano dalle fonti più disparate!!

    Forse sarebbe meglio che coloro che discettano di imprenditorialità, si informassero adeguatamente di cosa voglia dire essere imprenditore!

    Essere imprenditore significa investire capitali per la produzione e per distribuire reddito, affrontando difficoltà di ogni genere, tra terremoti finanziari, burocrazie varie e soprattutto una rete di tassazione esorbitante, altro che scarso coraggio!

    E voglio aggiungere che se il nostro Paese, rispetto agli altri, ha ancora un buon livello di coesione sociale, ciò è dovuto anche  all'alto senso di responsabilità di larga parte della classe imprenditoriale, che ha anteposto il mantenimento dei livelli occupazionali al risultato di esercizio, pur in un contesto di difficoltà eccezionale, contrassegnata da una crisi di mercato epocale e da politiche creditizie troppo spesso inique e inadeguate.

    Tuttavia ripeto, dobbiamo guardare avanti e impegnarci a collaborare attivamente, con continuità -  evitando "fiammate senza seguito" - per consolidare il tessuto economico che contraddistingue la nostra provincia.
    
Considero una fortuna che il Manifatturiero sia diffusamente presente sul nostro territorio, anche se questo ha determinato che la crisi "picchiasse più duro" dalle nostre parti.

    Abbiamo, inoltre, un robusto e qualificato tessuto di aziende di Servizi, per cui,  sul mix di questi due comparti dobbiamo basare il rilancio dell'economia e dell'occupazione.

L'occupazione, appunto, è uno degli obiettivi prioritari che ho assunto nel programma del mio mandato ed è purtroppo l'elemento più drammatico della crisi, sia da un punto di vista economico, ma soprattutto da un punto di vista sociale.

    La preoccupazione quotidiana è il crescente disagio sociale che certamente non è un elemento di incentivo per la ripresa.

    Tuttavia dobbiamo insistere con assoluta determinazione, nel  "difendere" il valore sociale dell'impresa, anche come prospettiva per i nostri giovani.

    Cito qualche dato, soltanto per dimensionare il grado di emergenza che dobbiamo fronteggiare !  

Dall'indagine annuale ISTAT sulle forze di lavoro, nel 2012 il tasso di disoccupazione in provincia di Livorno risulta pari all'8,2%, peggiore della media toscana, che si attesta al 7,8%, ed in aumento di circa 2 punti percentuali rispetto al 2011.

Il tasso di disoccupazione giovanile, nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, tocca addirittura il 25,7% ! Una percentuale superiore alla media toscana, che si attesta al 19,3%, e superiore perfino alla media nazionale, che si ferma, ad oggi, al 25,2% !

Si tratta, peraltro, di numeri che il ricorso agli ammortizzatori sociali ha contribuito a contenere, ma che saranno in futuro suscettibili di esplodere, quando le risorse finanziarie saranno esaurite e i tetti di utilizzo della Cassa Integrazione Straordinaria saranno saturati .

Basti pensare che nel 2011, solo nella nostra provincia, sono state autorizzate dall'INPS oltre 7 milioni e centomila ore di Cassa Integrazione Guadagni, di cui oltre 6 milioni di ore per il Settore Industria. Già nel primo trimestre del 2013 le ore di CIG autorizzate in provincia sono state oltre 1 milione e 143 mila, di cui oltre 850 mila ore sono state appannaggio del comparto industriale.

Ed è proprio analizzando i dati che ho appena letto che si rafforza il dovere di dare fondate speranze ai giovani per il loro futuro.

Uno dei modi  è certamente il consolidamento e lo sviluppo dell'attuale sistema produttivo. Per questo, insieme agli altri stakeholder sociali, politici e sindacali è necessario non limitarci all'analisi delle criticità, bensì  ricercare e condividere il "come" mettere in campo le soluzioni  possibili.

Emerge chiaro che, oltre a individuare "che cosa" occorre, è fondamentale stabilire "come"  questo "che cosa" venga realizzato.

Per questo, abbiamo ripetutamente rappresentato alle Istituzioni e alle Organizzazioni Sindacali l'esigenza di stabilire una modalità di raccordo , che sistematicamente possa supportare iniziative, progetti e investimenti, sia di consolidamento del Manifatturiero esistente, che di nuove attività.

Non è una cosa facile, ma dobbiamo provare a realizzarla !

Per avviare la ripresa, infatti, non basta l'episodicità o lo spontaneismo del momento; occorre una strategia che preveda tempi e metodi coerenti con l'emergenza che pressa i nostri territori.

Non c'è più alcuno spazio per l' "ordinaria amministrazione", quindi tutte le forme di accordo e collaborazione contenute negli innumerevoli protocolli di intesa, devono trovarci impegnati per rendicontare alla comunità socio-economica, non soltanto l'obbligo di formalità ma soprattutto l'obbligo di risultato!

Dobbiamo passare, quindi, dalla politica del "dire" alla politica del "fare". In questo modo avremo la possibilità di pianificare gli interventi e modulare le strategie in maniera da acquisire una reputazione di "territorio rispondente ai tempi degli investimenti".

Ed è proprio per passare concretamente al "fare", che prendo spunto dalla presenza oggi dei Colleghi Simone Bettini Presidente di Firenze, Federico Federighi Presidente di Pisa e Giuseppe Baccioli Presidente di Massa Carrara, che ringrazio per la loro presenza, per annunciare che  abbiamo  dato corso ad un progetto di integrazione delle attività delle nostre quattro Associazioni, finalizzato a mettere a fattor comune le rispettive competenze e le specializzazioni.
L'obiettivo è di giungere, entro fine anno, ad un riassetto organizzativo tale per cui le quattro Associazioni saranno in grado di erogare in maniera integrata, i servizi  individuati dal progetto comune, per rendere più incisivo il supporto alle aziende ed al tempo stesso perseguire un'economia dei costi di gestione.

Già dal prossimo mese di settembre, quindi, prenderanno avvio attività integrate per coordinare il comparto della componentistica auto e l’Osservatorio delle multinazionali.

Non è, quindi, casuale che il tema scelto per la tavola rotonda che avrà inizio tra poco sia "I fattori competitivi per l'attrazione di investimenti sul territorio".

La scelta è derivata dalla circostanza che nella nostra provincia operano stabilmente oltre 30 multinazionali. Peraltro, proprio in questi giorni, il gruppo indonesiano Masol Continental Biofuel ha ufficializzato l'acquisto dello stabilimento Novaol, con l'obiettivo di ristrutturarne gli impianti per realizzare un impianto di raffinazione di olio di palma.

Se più di 30 gruppi multinazionali hanno scelto di insediarsi e rimanere in provincia di Livorno, evidentemente abbiamo una serie di asset rispondenti alle esigenze del mercato, pur in un contesto generale non sempre favorevole.

Proprio per questo, è auspicabile che siano definitivamente abbandonati concetti che appartengono a quella cultura "impolverata" e oramai residuale, secondo cui permane una contrapposizione tra grandi, medie e piccole imprese.

Basterebbe guardare oltre i confini del nostro territorio, per capire che si tratta di uno scenario spazzato via da anni, grazie a quel regolatore implacabile che è il mercato!

Dobbiamo piuttosto insistere e dimostrare, tutti insieme, capacità innovativa e flessibilità nell'individuare forme di collaborazione e, quando possibile, di partnership tra realtà dimensionalmente più strutturate e piccole e medie imprese, in modo da generare un flusso virtuoso di conoscenze e competenze, realizzando così benefici reciproci.

Cito l'esempio di un esperimento che si è potuto concretizzare con risultati interessanti.

Sul nostro territorio, infatti, è stata costituita una delle prime esperienze di Rete d'Impresa che abbiamo collaudato nel comparto della Nautica, collegata alla presenza dei Cantieri Benetti che, come noto, sono un'eccellenza mondiale della grande cantieristica nautica.

Attraverso le nostre articolazioni organizzative, stiamo verificando la fattibilità di ulteriori forme di integrazione per valorizzare le capacità e le specializzazioni delle numerose nostre PMI, rispetto alle esigenze di servizio dei grandi stabilimenti.

Nell'ambito dell'Impiantistica e delle Manutenzioni, così come nell'ambito della Logistica e delle Attività Portuali, abbiamo energie imprenditoriali e manodopera specializzata, in grado di accrescere il potenziale competitivo del territorio.

Rispetto a tutto ciò, purtroppo, permangono  sacche di crisi pesante e preoccupante. In questi ultimi anni, infatti, abbiamo dovuto fare i conti con le difficoltà di importanti gruppi industriali, storicamente presenti nella nostra provincia, a cominciare dal Polo Siderurgico di Piombino.

Alle vicissitudini dello Stabilimento Lucchini, al momento connesse all'attesa del piano industriale e soprattutto all'improcrastinabile esigenza di individuare un compratore, si aggiungono le criticità di Arcelor Mittal Piombino.

La concomitanza della crisi di Taranto certamente è un'aggravante per l'economia nazionale, ma potrebbe forse rappresentare anche un'opportunità a livello locale, approfondendo sollecitamente e con adeguate relazioni istituzionali, eventuali possibili sinergie produttive con le nostre Acciaierie.

Non meno preoccupante è la situazione del comparto delle Costruzioni, che deve quotidianamente misurarsi con una Pubblica Amministrazione che, come è tristemente noto, pretende il versamento delle imposte, non pagando o pagando con estrema lentezza le imprese, oppure nei confronti del sistema bancario, che troppo spesso ha elargito in maniera asimmetrica il supporto finanziario, facendone derivare appesantimenti, specialmente per le aziende medie e piccole.

Su questi temi è costante il richiamo di attenzione alla classe politica, agli amministratori e alle banche, per ribadire che l’Edilizia è stata, e rimane, un motore eccezionale e indispensabile per la ripresa economica del Paese.


Lo scenario che ho descritto deve, a nostro avviso,  aver sempre presente la sostenibilità con i riferimenti stabili della sicurezza e della prevenzione: ma questo non può essere sistematicamente strumentalizzato da "minoranze rumorose", pilotate dai soliti "intermediatori politici", pregiudizialmente contrari ad ogni iniziativa di consolidamento e sviluppo!

Ed è proprio per diffondere ulteriormente e capillarmente tali concetti che, da quattordici anni, realizziamo il Bilancio di Sostenibilità per il comparto delle Industrie Chimiche e Petrolifere, che quest'anno è stato inserito sul web, attraverso un concorso tra le Scuole della nostra provincia, che hanno progettato e realizzato questa significativa innovazione.

Nei nostri programmi, infatti, il rapporto con le Scuole per favorire un corretto orientamento, rappresenta un impegno costante e una priorità per traguardare il futuro e per far sì che, anche nel nostro territorio, si rimetta in moto l'ascensore sociale, colmando la  distanza  tra giovani e mondo del lavoro.

Per questo motivo, meritocrazia e competenza non devono più essere solo enunciati, devono essere praticati attivamente.

Quindi le scelte per l'attribuzione di responsabilità e per l'acquisizione di nuove risorse umane, devono essere ispirate a comprovata professionalità e competenza accertata, lasciando da parte vecchi criteri di appartenenza o, peggio ancora, di organicità, perché solo questo è un modo efficace per incoraggiare i giovani ad impegnarsi nella propria formazione.


A tale proposito, stiamo mettendo a punto un progetto in collaborazione con l'Azienda Speciale Centro Studi e Ricerche della nostra Camera di Commercio, teso a favorire l'incrocio dei profili degli studenti in uscita dalle Scuole Superiori con le richieste provenienti dal mercato del lavoro.

Il progetto è finalizzato a sistematizzare il monitoraggio sull'assorbimento dei neo diplomati da parte delle imprese locali, con il supporto del Dipartimento Settore Lavoro della Regione Toscana.

Da anni, infatti, verifichiamo puntualmente  dai contatti con le nostre aziende associate, che non c'è corrispondenza tra i profili in uscita dagli Istituti Scolastici e quelli richiesti dal sistema economico territoriale.

Sempre a proposito di futuro, vorrei richiamare un tema che reputo decisivo per la competitività del territorio, che è quello della coesione sociale.

Un territorio coeso è certamente più attrattivo e capace di accogliere nuovi investimenti, ma la coesione deriva dalla pratica di corrette relazioni istituzionali che consentano di affrontare le emergenze economiche, ogni giorno più incalzanti, con approccio diverso dal passato quando si è proceduto  spesso in ordine sparso.

Abbiamo invece constatato che, ogni qualvolta c'è stata la capacità, ma soprattutto la volontà di restare compatti rispetto a episodi di crisi territoriale, i risultati sono stati raggiunti.

Uno degli esempi più recenti e significativi è senza dubbio la trasformazione dei Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche industriali,  in Siti di Interesse Regionale.
E' uno dei traguardi più importanti per l'economia della nostra provincia, ma anche per quella regionale, ottenuto grazie alla tenacia dell'Assessore Bramerini, che ringrazio ancora una volta, supportata da un incessante lavoro di un tavolo tecnico partecipato dagli Enti Locali, dall'Autorità Portuale e dalla nostra Confindustria.

E' per questo che assistiamo con perplessità, a polemiche talvolta incomprensibili sul superamento delle province, sulle aggregazioni di comuni, per non parlare del caso limite per il quale alcuni vorrebbero addirittura scorporare la parte geografica a sud della nostra provincia per annetterla a quella di Grosseto.

Sono tutti esempi anacronistici di cui non comprendiamo le motivazioni, che a mio avviso contribuiscono, se mai ce ne fosse bisogno, a rendere ancora più problematica la coesione sociale, dividendo le Comunità in accesi quanto inutili dibattiti e distogliendone l'attenzione dalle vere problematiche che affliggono il territorio.

Infatti guardando all'esterno, i territori vincenti sono quelli dotati di robuste relazioni istituzionali, garanzia indispensabile per semplificare le procedure ed eliminare, o quantomeno attenuare, gli ostacoli agli investimenti e allo sviluppo.

Le grandi strategie, essenziali per la competitività dei territori, passano attraverso la capacità di progettazione e collaborazione anzitutto per quanto riguarda la rete delle infrastrutture, la gestione delle acque, le risorse energetiche, la gestione dei rifiuti.

Questi sono i terreni sui quali dovremo misurare le rispettive capacità di proposta e intervento, consapevoli della dotazione più che rispettabile di competenze e capacità gestionali di cui possiamo disporre.

Un esempio per tutti è certamente costituito dalla presenza nella geografia regionale, dove Livorno rappresenta il water front, di tutte le modalità di trasporto che rappresentano un motore di sviluppo, sia nella dimensione nazionale, che per le grandi direttrici europee.

Sono certo che per queste tematiche verranno preziose indicazioni dalla tavola rotonda odierna.

Per tenere fede al proposito di essere breve, mi avvierò alle conclusioni.

E' una consuetudine che nella relazione del Presidente ci sia un passaggio di ringraziamento per lo Staff dell'Associazione.

Quest'anno, devo dire che il ringraziamento è particolarmente sentito e per niente consueto, perché tutti i componenti della nostra struttura hanno saputo interpretare la difficoltà del momento, profondendo impegno e professionalità.

Voglio ringraziare anche la squadra dei Vice Presidenti e i Colleghi del Consiglio Direttivo, con i quali stiamo lavorando, forti della professionalità e della esperienza che ognuno apporta, per essere al fianco delle aziende, rappresentando le loro istanze nel rispetto delle regole e proponendo progettualità concrete per il futuro del nostro territorio.

Il programma dei lavori prevede adesso la tavola rotonda che ho preannunciato.

    Grazie a tutti per l'attenzione.


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